Le previsioni del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ANPAL, relative ai fabbisogni occupazionali in Italia nel quinquennio 2019 – 2023, ci forniscono alcune importanti informazioni circa la domanda di lavoro, ipotizzando due scenari che dipendono dalle stime sulla crescita del Pil e dal tasso di turnover occupazionale. Secondo il modello previsivo, saranno necessari tra i 3 e i 3,2 milioni di nuovi occupati per soddisfare le esigenze del comparto produttivo italiano.
La Digital Transformation e l’Ecosostenibilità determineranno i principali fabbisogni occupazionali nei più svariati ambiti economici, coinvolgendo fino al 29% delle figure di cui avranno bisogno le imprese del settore privato e pubblico.
La digital transformation è uno dei megatrend che stanno cambiando lo scenario del mercato del lavoro e che ha introdotto un nuovo paradigma produttivo nonché nuovi modelli organizzativi con conseguenze sulle competenze e professionalità ricercate nel personale; crea infatti un ecosistema digitale che pervade l’intera filiera (dalla progettazione, alla programmazione, alla logistica e il post-vendita). Si stima che imprese e PA ricercheranno tra i 275.000 e i 325.000 lavoratori con specifiche competenze matematiche, informatiche e digitali connesse a “Industria 4.0”: tra i più ricercati ci saranno gli esperti in analisi dei dati, sicurezza informatica, AI e analisi di mercato. Inoltre, sarà richiesto un maggior livello di competenze digitali per tutte le figure aziendali, che non saranno quindi confinate solo alle aree tecniche (IT e Ricerca & Sviluppo) ma saranno presenti anche in altre aree quali l’amministrativa, HR e servizi generali. Al tempo stesso non dimentichiamoci che, anche alle figure più tecniche, non possono mancare competenze trasversali.
L’altro importante fattore di cambiamento sarà l’ecosostenibilità: in termini di Green Economy nel prossimo quinquennio dalle imprese italiane saranno ricercati tra 519.000 e 607.000 lavoratori con competenze green, per cogliere al meglio le opportunità della Circular Economy. Queste competenze riguarderanno sia le professioni altamente specializzate che tecniche, gli impiegati e addetti ai servizi alle persone come operai e artigiani. Fra i principali green jobs maggiormente richiesti dalle imprese: l’esperto in gestione dell’energia, il chimico verde, l’esperto di acquisti verdi, l’esperto del marketing ambientale e l’installatore di impianti a basso impatto ambientale.
Si individuano poi 5 filiere produttive in cui sarà maggiore la futura domanda di lavoro, rappresentando il 25% del fabbisogno occupazionale del periodo 2019-23, che sono: salute e benessere, education e cultura, meccatronica e robotica, mobilità e logistica, energia.
Dal punto di vista dei livelli di istruzione richiesti, il fabbisogno occupazionale per oltre il 60% riguarderà laureati e diplomati, per oltre il 35% le professioni tecniche e ad elevata specializzazione. La richiesta di laureati si concentrerà per lo più nell’indirizzo medico-sanitario, economico, ingegneristico e nell’area giuridica; mentre verrà richiesto personale diplomato principalmente nell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing, in quello industria e artigianato (tra cui spiccano gli indirizzi meccanica, meccatronica, energia, elettronica ed elettrotecnica) e nell’ambito del turismo.
Stimando il numero di neolaureati e neodiplomati in base ai dati Miur, si può prevedere che l’offerta prevista di neo-laureati sarà inferiore al fabbisogno totale . Per i neo-diplomati invece emergerà un eccesso di offerta rispetto alla domanda. Tale previsione offre una panoramica sul mismatch e una base di discussione per il miglioramento delle attività di orientamento degli studenti, che si basino sulle probabili prospettive occupazionali del report.
Per ulteriori dettagli è possibile consultare la versione integrale del documento: https://excelsior.unioncamere.net/images/pubblicazioni2019/report-previsivo-ottobre-2019.pdf