LinkedIn ha pubblicato i risultati del “Recruiter Sentiment Italia 2019”: un sondaggio su campione di 300 intervistati tra Responsabili delle Risorse Umane e agenzie per il lavoro in 6 regioni d’Italia, attivi in 8 diversi settori industriali.
Lo studio rivela le principali tendenze in Italia del mercato del lavoro e il livello di fiducia dei recruiter nella selezione dei profili più idonei per le posizioni professionali disponibili a livello nazionale.
Nel corso dell’ultimo anno è stato registrato un aumento delle assunzioni (almeno per il 50% dei recruiter) con un tasso di crescita del 22%. Tendenza probabilmente collegata, secondo quanto riportato dai responsabili HR italiani, a fattori come l’espansione generale del business in Italia (57%), la disponibilità sul mercato di candidati con il giusto livello di competenze (48%), le necessità specifiche dei singoli settori industriali (39%), e una effettiva maggiore disponibilità di posti di lavoro non ancora ricoperti negli anni precedenti (35%).
Manifatturiero, tecnologico e food&beverage sono i settori in cui si è verificato il maggior numero di assunzioni.Per quanto concerne i livelli professionali, la maggior parte di disponibilità sul mercato sono relative a posizioni di stage e apprendistato, profili entry level, junior manager e middle management.
Tuttavia a scarseggiare sarebbero le competenze in termini di soft skill e digital skill, richieste invece sempre di più per entrare e crescere nel mondo del lavoro, reso sempre più dinamico e connesso dall’evoluzione delle tecnologie e dell’AI. Infatti, secondo i responsabili HR italiani tra le competenze professionali fondamentali oggi vi sono: le competenze in ambito tecnologico e di coding (15%), la capacità di gestire in maniera adeguata le funzioni del pacchetto Microsoft Office (14%), le competenze nell’ambito dei social media(12%), il web design (11%) e data analytics (10%); le stesse che risultano mancare maggiormente tra i professionisti italiani a detta dei recruiter sono proprio le competenze in ambito tecnologico e di coding (36%), le capacità di problem solving (31%), la creatività (30%), l’abilità di gestire i tempi di lavoro in maniera corretta (28%), le competenze nell’ambito del web design (28%), la capacità di collaborazione (27%) e il senso di leadership (26%). L’importanza di questo mix di hard e soft skill è stata recentemente confermata da un’altra ricerca di LinkedIn dedicata alle competenze maggiormente richieste dalle aziende per il 2019.
A carattere generale, il 40% dei recruiter italiani pensa che non vi siano abbastanza candidati con le giuste competenze digitali rispetto ai posti di lavoro disponibili. Questo elemento, considerando anche le prospettive dettate dalla Commissione Europea relativamente alle competenze digitali fin dal 2016, conferma ancora di più che in Italia ci sia ancora molto da fare per raggiungere il livello desiderato di formazione in tale ambito, a partire dai primi anni scolastici, per preparare al meglio le nuove generazioni a cogliere le migliori opportunità del futuro. Ad aggravare questa notizia un altro dato: il 45% dei responsabili HR italiani ha affermato che i candidati uomini sono “digitalmente più preparati” rispetto alle donne. Questo fatto rappresenta un ulteriore ostacolo da superare per ridurre il gender gap nel nostro Paese (secondo il recente Global Gender Gap Report del World Economic Forum, le donne sono solo il 22% della forza lavoro nell’AI in Italia).
La maggiore difficoltà indicata nell’assumere singoli talenti dotati di competenze digitali è il disequilibrio tra esperienza richiesta dalle aziende e stipendio desiderato dai candidati.
Se il 50% dei recruiter è stato testimone di un aumento dell’offerta, il 40% l’ha definita stabile, mentre il 10% ha evidenziato alcuni problemi da risolvere: la mancanza di figure preparate (e torniamo alla carenza di digital skill), l’assenza di processi e strumenti di selezione adeguati e iter selettivi eccessivamente prolissi.
Nel mercato del lavoro odierno non si può pensare ad assunzioni per attuali posizioni con tecniche e tempistiche del passato, e dall’altro lato non si può sperare di essere assunti senza aggiornare e possedere le nuove competenze richieste.