La mente umana, per natura, tende a distrarsi, causando un calo dell’attenzione verso le attività che stiamo
svolgendo e durante questo suo divagare può rimanere intrappolata in pensieri negativi. In periodi di crisi o
particolarmente delicati o traumatizzanti della vita di un individuo, può essere minacciata da pensieri ossessivi
o da sentimenti quali la paura o il senso di impotenza. Il proliferare del COVID a sua volta ha portato ad un
proliferare delle ansie e della paure, il nostro stato mentale esaspera e rende ancora più drammatiche le
circostanze di una situazione già di per se critica; si innesca così una reazione a catena, la paura restringe il
nostro campo di visione e diventa sempre più difficile avere una visione d’insieme e individuare possibilità
creative e positive per il nostro futuro, così come si restringe la nostra prospettiva si riduce anche la nostra
tendenza a connettersi con gli altri.
La paura
La paura dal punto di vista psicologico è legata alla percezione di un pericolo reale, concreto e puntuale; anche
se appartiene alla sfera emotiva rimane sempre frutto di una valutazione dell’andamento della situazione
circostante.La paura è un’emozione basica il cui scopo è quello di metterci in guardia dai pericoli, un segnale di
avvertimento veloce e potente, da non valutare come elemento negativo ma piuttosto come possibile aiuto
per interpretare la realtà.
Rispondere con la paura ad un evento non del tutto controllabile è naturale e umano, ma è importante, per
non far sì che gli eventi negativi ci paralizzino e condizionino la nostra quotidianità, costruire la nostra
resilienza mentale attraverso la consapevolezza che stiamo attraversando tempi difficili, che minacciano sia la
nostra sfera personale che professionale.
Cos’è la resilienza?
La resilienza, quindi, è la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, la capacità di
riorganizzare e riequilibrare positivamente la nostra vita e permettere alla nostra mente di vedere quello che è
il modo migliore di agire, consapevoli dei nostri pensieri ma abbandonando quelli non costruttivi.
La resilienza è adattarsi e reagire imparando dalle avversità e continuare ad andare avanti. Alcuni individui
sono resilienti più di altri per una predisposizione innata, ma anche i più resilienti talvolta possono trovarsi
destabilizzati da condizioni esterne. Il trauma e le avversità possono rendere più forte una persona o al
contrario farla vacillare.
I resilienti sono a proprio agio con loro stessi, non sono arroganti ne dubbiosi, si sentono competenti e persino
ottimisti sul fatto di potercela fare e trovare una soluzione ai problemi, riescono a far fronte all’ambiguità, a
chiedere aiuto quando ne hanno bisogno e prendere le giuste decisioni. Non si tratta di semplice resistenza,
negare le difficoltà, assumere un atteggiamento distaccato o reprimere le emozioni, è una questione di testa e
cuore; riguarda l’essere in contatto con le proprie emozioni ed essere in grado di parlarne, comprenderle e
guidarle. Di questi tempi per sviluppare questa abilità è importante prestare attenzione a ciò che sta realmente
accedendo fuori e dentro di noi, cercando di gestire e catturare i pensieri nel momento in cui iniziano a
suscitare in noi sentimenti ostili.
Questa competenza può certamente essere sviluppata e ci si può formare attraverso alcune strategie, ad
esempio eccone alcune suggerite da un CEO in una rivista di management internazionale:
– Cercare di calmare la mente concentrandosi sulle notizie positive e cogliere i lati positivi di ciò che stiamo
vivendo e facendo;
– Cogliere questo tempo per riflettere e cercare di trovare le risposte migliori per andare avanti e fare progetti
futuri sia personali che professionali;
– Cercare di essere empatici con gli altri, in questo momento in cui le strutture della comunità si chiudono,
aumenta il senso di isolamento e abbandono, soprattutto per la fasce più deboli della nostra società, possiamo
domandarci cosa poter fare per aiutare l’altro, nel rispetto delle disposizioni di legge.
La resilienza organizzativa
La resilienza è preziosa anche nel contesto lavorativo e può energizzare la corporate culture. I dipendenti
resilienti possono vivere e crescere in tal senso all’interno delle organizzazioni fornendo un prezioso vantaggio
al business. Tutte le aziende oggi sono interessate al concetto di resilienza, che va oltre la semplice resistenza.
Sopravvivere e prosperare al lavoro è fondamentale, le persone resilienti risultano essere le più felici e
produttive. È in parte una competenza, una predisposizione e anche un tratto della personalità, di cui anche le
aziende traggono beneficio. Ci sono moltissime correnti di pensiero nel mondo accademico sul concetto di
resilienza come tratto della personalità, processo cognitivo o competenza che si può sviluppare, ci si interroga
se si tratti di un processo che causa l’adattamento positivo o piuttosto di un risultato di un’esperienza vissuta. Ci sono anche molti libri di successo che cercano di definirla e descriverla. In un interessante articolo del Professore di psicologia A. Furnham del University College di Londra, ci si chiede se può essere insegnata e come. Il bagaglio personale di vita che ognuno di noi ha alle spalle può contribuire in parte al nostro essere resilienti, ma la resilienza può comunque essere insegnata attraverso le seguenti modalità: sviluppare competenze per far fronte alle situazioni difficili, intelligenza sociale e psicoterapia cognitivo comportamentale. Una persona può reagire in maniera positiva (focalizzandosi sul problema, cercando razionalmente supporto) o reagire negativamente (negando l’esistenza del problema, con distacco) ad una circostanza, è necessario assumere abitudini diverse. Lo stress prevale in molti contesti delle nostre vite, torna quindi utile la soft skill definita social intelligence ovvero l’essere capace a relazionarsi in maniera efficace, è importante perciò insegnare alle persone ad essere più sensibili nei confronti delle proprie ed altre emozioni e imparare a gestirle. Infine tramite la psicoterapia le persone imparano a rivalutare situazioni che provocano dolore, ad eliminare i pensieri che non sono di aiuto e che ci portano a sentimenti negativi e comportamenti sbagliati, abbracciando invece quelli positivi. Questi percorsi possono essere utilizzati anche nel mondo azienda. La resilienza organizzativa, ovvero come le aziende anticipano, si preparano, rispondono e si adattano al cambiamento e ad inconvenienti improvvisi, è fondamentale per sopravvivere e prosperare. Migliorare la cultura aziendale è certamente impegnativo e richiede l’attuazione di un piano strategico
d’impatto, all’interno di un’organizzazione poco resiliente anche le risorse più resilienti avranno difficoltà a
manifestarsi e a rimanere ed esprimere il proprio potenziale.